Chi era Soumaila Sacko
Soumaila Sacko, era un giovane di 29 anni, del Mali. La sua esperienza italiana l’aveva vissuta in Calabria, a San Ferdinando, una delle tante realtà fatte di tendopoli e di lamiere utili a ripararsi dal freddo. Il 2 giugno di due anni fa, Sacko Soumaila si trovava in un vecchio stabilimento abbandonato nella località “ex Fornace” di San Calogero, a poca distanza dalla tendopoli di San Ferdinando. Sacko Soumaila non farà mai ritorno a San Ferdinando.
Il villaggio di Soumaila
Per coloro che non conoscono il luogo, San Ferdinando è un insediamento dove vivono varie etnie, quasi tutte provenienti dall’Africa. Il “villaggio”, abitato per lo più da braccianti, è fatto di capanne autocostruite con le lamiere. Si trova a poca distanza, percorribile a piedi, dalla Fornace, situata nel comune di San Calogeroe ormai diventata “ex”,. Nasconde sotto il suolo, oltre 135 mila tonnellate di rifiuti pericolosi e tossici e per questo è stata messa sotto sequestro dalla procura di Vibo Valentia.
Sacko e i suoi compagni
Soumaila e i suoi due compagni probabilmente non sapevano dei rifiuti tossici: i tre ragazzi si trovavano all’ex fornace per raccogliere le lamiere che ricoprono i capannoni dello stabilimento e che sarebbero servite a rinforzare le loro abitazioni nella tendopoli.Il ragazzo era regolare in Italia, ma a mettere da parte il discorso di regolarità ci ha pensato un uomo arrivato su una Panda che, alla vista di Soumaila e dei due amici, senza esitare ha esploso 4 colpi, di cui uno colpisce Soumaila, uccidendolo. L’Europa si era proposta di mettere fine a disuguaglianze sociali ed etniche, propositi che non trovano riscontro in una realtà fatta di caporalato e di paghe illegali.
Saluti a un amico, un amico per il quale non abbiamo fatto abbastanza.
Luigi Bertolani