In Guinea continuano le proteste: Alpha Condé ha vinto le elezioni presidenziali

Guinea proteste contro Alpha Condé

Il presidente uscente Alpha Condé, lo scorso 18 Ottobre, ha vinto le elezioni presidenziali in Guinea. A Conakry, la capitale del Paese continuano le proteste che si oppongono al terzo mandato di Condé alla guida della Guinea, perchè considerato incostituzionale. Infatti, Alpha Condé, ha conquistato il suo controverso terzo mandato con il 59,49% contro il 33,5% raggiunto dal suo principale sfidante, l’ex primo ministro Cellou Dalein Diallo.

Il regno di Alpha Condé in Guinea

Nel 2010 Alpha Condé è stato il primo presidente Guineano ad essere democraticamente eletto. Gli elettori lo hanno poi riconfermato nel 2015 per il suo secondo e ultimo mandato quinquennale, come previsto dalla Costituzione. Tuttavia, gli eventi hanno dimostrato che il suo governo, nel corso degli anni, è diventato sempre più autoritario. Infatti, nel dicembre 2019, il presidente ha insistito per attuare una riforma della Costituzione, tramite referendum, completata con la promulgazione il 7 aprile 2020. Ciò per introdurre importanti modifiche sociali, soprattutto per le donne, con riforme che includevano il divieto di mutilazioni genitali femminili e il matrimonio minorile ed in più una modifica della durata del mandato presidenziale, essenziale per una sua nuova candidatura. Un referendum che ha dato ad Alpha Condé la possibilità di restare al potere ben oltre il suo mandato, nonostante le opposizioni non l’abbiano riconosciuto.

Guinea proteste contro Alpha Condé
Unsplash foto di Michael Blomberg

Il Fronte Nazionale della Difesa della Costituzione

Il Fronte Nazionale della Difesa della Costituzione (FNDC), una coalizione anti-Condé, guidata da Ousmane Gaoual Diallo, aveva chiesto il boicottaggio della riforma della Costituzione con cui l’attuale capo dello Stato si sarebbe assicurato il diritto a candidarsi nuovamente. Così, a partire da metà ottobre 2019 sono iniziate una serie di proteste pacifiche in forma più o meno intensa. Tuttavia, dopo qualche mese la situazione è precipitata e le violenze sono diventate frequenti. Le forze di sicurezza hanno infatti represso manifestazioni e proteste con violenza e più di 200 cittadini che manifestavano pacificamente il proprio dissenso sono stati uccisi. Inoltre, dopo la notizia dei risultati, il FNDC ha immediatamente respinto l’esito delle votazioni. E durante i disordini del giorno delle votazioni, almeno dieci persone hanno perso la vita. Ancora oggi la FNDC non riconosce la nuova Costituzione di Alpha Condé, e si appella a quella del maggio 2010 che fissa il numero di mandati presidenziali a due e che dà diritto al popolo della Guinea di resistere all’oppressione.

Guinea proteste contro Alpha Condé
Unsplash foto di Pawel Janiak police

La crisi politica, economica e sociale in Guinea

L’Unione Europea, in particolare il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, manifesta una forte preoccupazione per la situazione in Guinea, un Paese che sta andando verso una crisi politica e istituzionale estremamente grave. L’indifferenza del presidente, tuttavia, lascia senza parole, infatti ha affermato che «Sono le persone della Guinea che decidono il loro futuro, e per questo nessuno può imporre alla Guinea che cosa fare». La Guinea è un Paese ricco di risorse, come oro, ferro, petrolio e bauxite, ma poverissimo. Infatti l’intera capitale, tranne qualche area riservata ai benestanti, sembra una vera e propria discarica. E la popolazione media si ingegna come può, ricavando dall’immondizia ciò di cui vivere. I 10 anni del governo di Alpha Condé hanno fatto impennare l’inflazione e la disoccupazione. Non è stato costruito nessun nuovo ospedale o università come invece era stato promesso, e addirittura oggi mancano le strade che fanno da collegamento tra città molto vicine. L’opposizione ha affermato che se in Guinea resta Condé, sempre più giovani lasceranno il Paese. Per questo il clero ha chiesto al presidente, senza avere successo, «di rinunciare al terzo mandato, rispettare l’attuale Costituzione e portare pace, armonia e riconciliazione nel Paese».

 

Enrica Cuccarese

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